Riaperto il caso del mostro di Firenze, un nuovo indagato
Il mostro di Firenze aveva terrorizzato tra il 1968 e il 1985 Firenze e provincia, ed il caso che sembrava essere definitivamente chiuso e appartenente al passato torna sotto le luci della ribalta con una nuova indagine ai danni di un ex legionario.
Il caso perciò non è assolutamente chiuso e se ne è parlato su tutti i principali quotidiani italiani perché è arrivata una svolta, una grande novità.
Secondo quanto è trapelato, il pubblico ministero ha sempre indagato su quanto commesso da una singola persona, ossia il cosiddetto “mostro“, mentre adesso sembra spuntare una seconda persona che potrebbe essere veramente legata a Pietro Pacciani.
Stiamo parlando di un ex legionario dell’età di 86 anni, che attualmente vive a Prato e che aveva avuto dei rapporti anche piuttosto stretti con il cosiddetto mostro di Firenze.
Nel 1951, difatti, entrambi vivevano a Vicchio, nel Mugello, dove Pietro Pacciani mise in pratica la sua prima azione criminale uccidendo l’ex rivale che trascorreva del tempo in compagnia con la sua ragazza.
Chi è Giampiero Vigilanti ?
Giampiero Vigilanti, il nuovo indagato per il caso del mostro di Firenze, era già stato interrogato perché si sospettava un coinvolgimento, seppur marginale, nelle vicende che riguardavano l’omicidio del rivale in amore del mostro.
Inoltre, sembrerebbe che Vigilanti fosse stato perquisito anche nel settembre 1985, solo qualche giorno prima che anche Pietro Pacciani venisse individuato e perquisito. Nel 1994, inoltre, l’ex legionario venne nuovamente perquisito e vennero rinvenute pistole con gli stessi proiettili utilizzati da Pietro Pacciani.
A distanza di anni dalle vicende e quando ormai Giampiero Vigilanti ha raggiunto un’età avanzata, sembrerebbe essere ormai chiaro un coinvolgimento neppure tanto marginale come ipotizzato con gli assassini del mostro di Firenze.
Sarebbe da due anni che alcuni suoi racconti avrebbero fatto pensare ad un coinvolgimento diretto: per ora quindi non resta che attendere l’evoluzione delle indagini.
Propongo di seguito un’analisi ipotetica del “Mostro di Firenze”
Il soggetto in questione presenta una parziale se non totale impotenza di carattere sessuale, lo si evince dal fatto che in tutti gli omicidi riconducibili a quest’ultimo, non vi è mai stata trovata traccia di stupro ai danni delle vittime. Probabile inoltre, che abbia “affinato” il modus operandi nel tempo, questo probabilmente grazie ad una o più conoscenze fra le quali possiamo plausibilmente includere il pluriomicida “Zodiac” che operava negli USA. Mi riferisco infatti, al fatto che dapprima si fosse limitato solo a togliere le mutandine della vittima per poi degenerare gradualmente in atti più morbosi nonchè sadici, arrivando persino alla mutilazione degli organi sessuali della stessa. Presenta un tratto psicologico molto interessante, mi riferisco al fatto che prediliga uccidere tramite arma da fuoco per poi prodigarsi nei famosi riti sopra citati. ciò denota insicurezza e paura della vicinanza a livello fisico nei confronti delle sue vittime che però una volta decedute diventano oggetto di sfogo riducendo in modo consistente questa fobia.
Nel seguente paragrafo ricostruisco in parte la un eventuale dinamica ipotizzata da me e in parte in “collaborazione indiretta” con una persona di cui non posso fare il nome per ragioni di privacy.
E’ probabile che per far si che le vittime prescelte si fossero fidate di lui, l’assassino abbia indossato una divisa riconoscibile. Posso ipotizzare questo perchè la dinamica degli omicidi è sempre uguale: l’assassino si avvicina al finestrino sinistro della vettura che puntualmente viene abbassato per favorire i documenti.
Una volta aperto, l’assassino spara al guidatore per poi passare al passeggero, dopodichè per sviare eventuali indagini che portino a questa pista, si premura di rialzare il finestrino per poi romperlo con un oggetto contundente (vedere reperto ritrovato in seguito al secondo omicidio). A favore di questa tesi vi è il fatto che nella vettura in ben due casi viene ritrovato il portafogli nell’abitacolo ai piedi del conducente. Ad avvalorare ancora di più questa ipotesi vi è la scelta delle notti prive di luce naturale, cosicchè una torcia, o i fari dell’auto accessi a media distanza possano favorire il riconoscimento della divisa al momento opportuno.
Per quanto riguarda invece il Serial Killer “Zodiac” presenta tratti psicologici simili ma differenti in alcuni aspetti, ciò implica che non possa essere stata la stessa persona…porterò giusto un esempio: Il Killer “Zodiac” ama essere al centro dell’attenzione infatti comincia molti dei suoi scritti con “This is Zodiac Speaking” come se volesse inneggiare a se stesso in modo imperante, tratto che invece “il Mostro di Firenze” non presenta.