L’utilizzo del DNA per l’identificazione di soggetti
Il DNA è una complessa molecola contenuta nel nucleo delle cellule umane, univoca per ogni individuo, tranne che per i gemelli omozigoti. Proprio grazie alla sua unicità, il DNA viene utilizzato ormai da decenni per identificare le persone e per stabilire la presenza di rapporti parentali tra diversi soggetti.
Esistono numerosi test per analizzare il DNA, sviluppati attraverso i progressi fatti nel campo della biologia molecolare, ovvero la scienza che studia il genoma umano e le sue caratteristiche.
DNA nucleare e DNA mitocondriale
Per comprendere come il DNA venga utilizzato per identificare un soggetto, bisogna conoscere la sua composizione. Innanzitutto, esistono due tipologie di DNA: il DNA nucleare, di derivazione materna e paterna al 50-50%, contenuto nel nucleo della cellula e composto da circa 25 mila geni distribuiti su 32 coppie di cromosomi, ed il DNA mitocondriale, che invece deriva solamente dalla madre, è composto da circa 40 geni e si trova all’interno dei mitocondri, gli organelli intracellulari che hanno il compito di fornire energia alla cellula.
Sia il DNA nucleare sia il DNA mitocondriale sono estremamente resistenti al passare del tempo, anche se il mitocondriale è protetto maggiormente dal danno ossidativo.
Per identificare una persona, si utilizza il DNA nucleare, mentre il DNA mitocondriale viene utilizzato solamente per identificare la linea materna (ad esempio nella stessa famiglia la nonna, la figlia e le nipoti avranno tutte lo stesso mtDNA) o nel caso il nucleare sia troppo degradato per essere utilizzato.
Il DNA (nucleare e mitocondriale) può essere isolato da pressoché qualsiasi campione biologico (cute, saliva, sangue, liquido seminale, secrezioni, sudore, capelli, peli ecc). Anche nel caso di tracce minime, il DNA può essere amplificato milioni di volte utilizzando una tecnica di biologia molecolare chiamata PCR (reazione a catena della polimerasi), in modo da ottenere quantità sufficienti per l’analisi.
Identificazione di una persona e genotipizzazione
Il profilo genetico rappresenta un sistema altamente specifico ed affidabile per identificare un soggetto, in modo simile alle impronte digitali.
Il profilo genetico si basa sulla presenza, nel DNA nucleare, di sequenze altamente specifiche e diverse per ogni individuo, per sequenza e per struttura: la genotipizzazione di tali regioni (dette short tandem repeat, ripetizioni di brevi sequenze di nucleotidi) permette di assegnare il profilo genetico ad un certo individuo, con una possibilità di errore infinitesimale.
Inoltre, il DNA contiene sequenze che è possibile associare ad una certa area geografica (aplogruppo), definendo quindi le origini del soggetto.
Il caso Yara Gambirasio e le indagini su DNA
L’utilizzo del DNA per identificare una persona è salito alla ribalta dopo il caso del ritrovamento del corpo di Yara Gambirasio, 13enne scomparsa e ritrovata morta 3 mesi dopo, nella provincia di Bergamo. L’analisi di una traccia trovata all’interno degli slip ha permesso di risalire ad un individuo con uno specifico aplogruppo, situato della provincia di Bergamo.
Gli investigatori hanno quindi dato il via ad un gigantesco programma di indagini del DNA a tappeto della zona frequentata da Yara, forti anche della presenza di calce nei polmoni della giovane, riconducibili a cantieri presenti nell’area.
La speranza era quella di identificare un parente dell’individuo che aveva lasciato la traccia genetica su Yara, e così è stato: è stato identificato un giovane con parziale corrispondenza del DNA nucleare e si è potuti risalire a 3 fratelli il cui DNA combaciava maggiormente, ma non del tutto.
Ignoto 1
Riesumando la salma del padre dei 3 fratelli (Giuseppe Guerinoni), è stato scoperto che l’individuo (chiamato Ignoto 1) era con tutta probabilità un suo figlio illegittimo. Per trovare la madre, quindi, è stato utilizzato il DNA mitocondriale, comparandolo con una serie di donne che avevano vissuto in passato o vivevano attualmente nella zona frequentata da Giuseppe Guerinoni; l’identificazione è stata aiutata dalla presenza di un allele molto raro e particolare, che la madre di Ignoto 1 e il figlio condividevano.
Una volta identificata la madre (Ester Arzuffi, che in gioventù era conoscente di Guerinoni) i suoi 3 figli sono stati sottoposti al test del DNA, che ha dato esito positivo per uno di essi: Massimo Giuseppe Bossetti, muratore padre di 3 figli, figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni insieme alla sorella gemella.
Mentre generalmente sono sufficienti 16 marcatori genetici per identificare con sicurezza una persona, nel caso di Bossetti la corrispondenza è stata di 28 marcatori su 28, pari al 99,99999987% di probabilità che il soggetto sia corrispondente; il test è stato ripetuto più volte ed è al di là di ogni possibile dubbio.
In questo modo, utilizzando DNA nucleare e DNA mitocondriale, una complessa indagine ha portato all’arresto di Ignoto 1, la cui traccia genetica è stata ritrovata all’interno degli slip di Yara.
Tuttavia, alcuni aspetti di questo caso rimangono misteriosi: infatti, il DNA mitocondriale utilizzato per risalire alla madre del sospetto non corrisponde a quello di Massimo Bossetti, un’anomalia che i genetisti hanno spiegato con alcune ipotesi in sede processuale.
Il caso Yara Gambirasio è stato il primo, in Italia, in cui il sospetto è stato identificato ed arrestato sulla base di una prova genetica che è stata definita “granitica” in ben due gradi di giudizio anche senza la presenza di testimoni o di filmati, supportata dai numerosi indizi a carico di Massimo Bossetti (definiti “gravi e concordanti” dalla magistratura) non lascino spazio a dubbi sull’identità del colpevole.
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